sábado, 19 de julho de 2008

Il tesoro dell'emigrato

Spesso e volentieri si sentono miei connazionali lamentarsi dell'Inghilterra: chi per il clima, chi per la riservatezza degli autoctoni, chi per il cibo.

Effettivamente raramente qui, in Londra, si superano i 25 gradi e nel corso della medesima giornata si passa da un sole caldo all'acquazzone; più volte nella stessa giornata.

In un anno non ho ancora compreso quale cibo sia tipicamente inglese, in una città ove sono presenti centinaia e centinaia di ristoranti di Paesi differenti: italiani, francesi, spagnoli, brasiliani, polacchi, indiani (del su, del nord...), pachistani, bengalesi, vietnamiti, cinesi, thailandesi, messicani... basta non terminerei più. Una chicca: oggi ho scoperto non lontano da qui un ristorante svedese. !?
Lo scorso inverno vivevo con una ragazza svedese che, alla domanda su quale cibo fosse tipico della sua nazione, mi rispose: panini e patate. Spero il ristorante offra qualcosa in più.

Nonostante sia scoppiata l'estate da almeno un mese, non sono riuscito a trovare festival con grigliate ed i dehors sono più timidi rispetto all'invasione, forse neanche regolamentata, che si può notare in Torino o Roma.

Ciononostante non credo sia corretto, soprattutto per coloro che vivono qui, lamentarsi oltremodo. Difficilmente da noi, fatta forse eccezione per Milano e Roma, si può entrare in contatto con una tale varietà di culture, tradizioni culinarie, abitudini e, dal momento che tutti siamo più o meno di passaggio qui, fare tesoro di tutto ciò non potrà che renderci più ricchi, speciali in qualche modo, una vota rientrati nelle nostre realtà

sábado, 12 de julho de 2008

vergogna di essere italiano

Di ritorno da un breve soggiorno in Italia, ho avuto modo di riflettere sull'evoluzione della societa' italiana, alla luce dei drammatici eventi dell'ultimo anno.

Condividendo la mia vita con Daniel, cittadino di uno Stato extra-UE, dai tratti somatici evidentemente afro-americani, l'involuzione razzista dell'italiano medio mi tocca.
Tengo i contatti con la madrepatria attraverso i siti dei quotidiani, delle riviste e ascoltando Radio Popolare e troppo spesso leggo o sento di come il razzismo sia entrato nel sangue (sempre che non ci sia stato precedentemente) degli Italiani, che mostrano tutta la propria ignoranza parlando di mussulmani che pregano "con il culo per aria" o di rom tutti ladri e sfruttatori di bambini...
Cio' che mi irrita maggiormente e' il fatto che troppo spesso questa rabbia per la precarieta' della vita odierna e' incanalata verso i piu' deboli, anziche' verso coloro che traggono vantaggio dall'erosione dei diritti di cittadini e lavoratori cosi' come dallo sfruttamento di migliaia di stranieri, che accettano pessime condizioni di lavoro e di vita pur di avere una speranza di migliorare la propria condizione.

Sono contento di esser stato obbligato, dall'ottuso ed ipocrita attaccamento della classe politica italiana e di una massa di percoroni ad un'idea di famiglia tradizionale, a lsciare l'Italia. Ho evitato a Daniel di soffrire quotidiane umilazioni e di vivere in una continua precarieta', dipendendo dal datore di lavoro per poter permanere sul territorio italiano...

Sono estremamente spiaciuto per l'arretratezza in cui il popolo italiano ha deciso di chiudersi, perdendo tempo rispetto ad altri Paesi europei, dove gli standard di vita ed il rispetto della civile convivenza sono palesemente migliori. Mi piange il cuore...