La scorsa settimana ho seguito, tramite internet, l'evoluzione del putiferio sorto successivamente ad una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sulla questione del crocifisso nelle aule scolastiche.
Sorvolo su quei cittadini che, dall'alto della propria cultura politica e civica, tuonavano nei forum contro questi trombati della politica che vanno a scaldare le poltrone (non comprendendo forse la differenza tra un organo elettivo, come il Parlamento Europeo, ed una Corte).
Sui media, una pletora di credenti dell'ultima ora si e'lanciata in dissertazioni su come questo simbolo sia punto unificante della nostra identita' nazionale, su quanto noi come italiani dobbiamo al cristianesimo (leggesi tra le righe Chiesa Cattolica) nella costituzione della nostra cultura e del nostro modo di essere. A parte l'ovvia e voluta confusione tra il simbolo di una religione e un'istituzione religiosa come la Chiesa Cattolica, che non ha il copyright del Cristianesimo, mi sono chiesto se davvero io come italiano, possa dovere qualcosa a questa religione come elemento fondante della mia identita'. Considerato l'atteggiamento ostile tenuto dallo Stato Pontificio verso i tentativi di unita' dell'Italia nel corso del XIX secolo, non e' forse il contrario? Se fosse dipeso da quello Stato, esisteremmo noi come cittadini di una nazione unitaria? O saremmo ancora divisi in minuscoli Paesi?
Oltre a cio', la cultura dei diritti universali, della liberta' di pensiero, della tolleranza alla base del nostro vivere civile non e' figlia del pensiero liberale e dell'Illuminismo, cui la Chiesa Cattolica si e' opposta con forza per secoli?
Ordunque, di cosa cianciano questi baciapile di convenienza?
Nno sarebbe piu' opportuno affiggere l'immagine del Presidente della Repubblica, o il tricolore, o il primo articolo della Costituzuione nelle aule scolastiche? Non sarebbero questi simboli di un'identita'nazionale a prescindere dal credo religioso o politico?
Avrei piacere di lasciare qui un link ai Dialoghi Platonici, quelli della trasmissione Decameron di D. Luttazzi. Non riesco a trovarli, mi riprometto di reperirli. Nel frattempo, chi ha voglia penso li possa reperire su youtube.
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terça-feira, 10 de novembro de 2009
Credenti per convenienza
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terça-feira, 23 de setembro de 2008
Brividi
Facciamo l’ipotesi che ci sia al potere un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione. Non vuole fare la marcia su Roma ma vuol istituire una larvata dittatura... Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. Allora il partito dominante comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. E comincia a favorire le scuole private.
Piero Calamandrei. Discorso al III congresso dell’associazione a difesa della scuola nazionale a Roma l’11 febbraio 1950. (da Internazionale)
Piero Calamandrei. Discorso al III congresso dell’associazione a difesa della scuola nazionale a Roma l’11 febbraio 1950. (da Internazionale)
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